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Monelle è "colei che è sola". La donna uscita dall'ombra per compiere un gesto di tenerezza. Come la giovane del Palais-Royal, che Bonaparte non dimenticherà mai, o la Sonia di Delitto e castigo, che la pietà unisce all'assassino Raskolnikov. È la prostituta bambina che con il proprio affetto guarisce colui che incontra senza voler niente in cambio; la Donna portatrice del vero sapere. E forse i suoi tratti sono quelli della fragile operaia malata di tisi, che Schwob incontrò una notte tornando a casa, e che sposò pochi giorni dopo per assisterla fino alla morte. Monelle e le sorelle di Monelle: la sognatrice, l'egoista, la voluttuosa, la perversa, la delusa, la selvaggia, la fedele, la prescelta e altre; ancora bambine, benché già donne, per aver vissuto in un'epoca in cui il matrimonio appare l'unico modo di garantirsi un'identità. Della scrittura di Schwob, capace di evocare atmosfere fantastiche e terribilmente reali, scrisse il poeta Albert Samain: "È droga... Dà fuoco all'immaginazione".